lunedì 21 marzo 2016

Ondine di Benjamin Lacombe

Torno a parlarvi nuovamente dell'artista francese Benjamin Lacombe presentandovi un'altra sua opera: "Ondine", uscita nel 2012 in Francia e l'anno successivo in Italia, la quale ha come protagonista una creatura tipica del folklore germanico, creatura da cui anche altri autori hanno tratto ispirazione.

Sopra: La copertina di "Ondine", libro scritto e illustrato dal giovane artista francese Benjamin Lacombe, il quale, per scriverlo, si è ispirato ad alcune opere passate che narravano le vicende della medesima protagonista.

Prima di cominciare a parlare dell'opera è opportuno spiegare che le ondine sono creature magiche legate all'elemento dell'acqua. Di esse ne fa menzione Paracelso, il quale le paragona alle ninfe o a degli spiriti acquatici privi di anima, potendo loro ottenerla solamente sposando un mortale; sono poi entrate a far parte del folklore europeo, in cui vengono descritte come creature affini alle fate. Vengono spesso associate anche alle sirene (per il loro splendido canto, il loro legame con l'acqua, e il loro bellissimo aspetto) ma solitamente, a differenza di queste, le ondine non hanno coda di pesce, possono inoltre risiedere, oltre che in mare, anche in laghi, fiumi, foreste e cascate.
Come ho già anticipato, una di queste creature è stata resa la protagonista di diverse opere a cui Lacombe si è probabilmente ispirato per scrivere questo libro.
Una delle prime opere con protagonista un'ondina è un racconto romantico che risale al 1811, scritto da Friedrich de la Motte Fouqué. In questo racconto Undine, figlia del Re del Mare, abbandona il suo mondo acquatico per trovare un uomo che, sposandola, le donerà un'anima immortale. Ritrovatasi bambina sulla terra, viene allevata da una famiglia di pescatori, una volta cresciuta si innamora del cavaliere Hulbrand che, anche dopo aver scoperto la sua natura sovrannaturale, la sposa giurandole amore eterno. Dopo le nozze l'ex fidanzata del cavaliere si mette tra Undine e Hulbrand, il quale torna dal vecchio amore e comincia così a trattare male la sposa. Gli spiriti dell'acqua esigono quindi una vendetta da parte della loro simile, la quale ucciderà il cavaliere con un bacio mortale.

Sopra: La copertina del racconto romantico "Undine", scritto nel 1811 da Friedrich de la Motte e illustrato, in questa versione, da Katherine Cameron.

Ondine è anche un dramma, basato sul racconto di Friedrich, composto nel 1939 da Giraudoux. In questa versione la protagonista, affascinata dalla vita dei mortali, vive presso una coppia di pescatori ai quali una notte il cavaliere Hans chiederà ospitalità. Il gentiluomo e la fanciulla si innamorano e il primo, dopo essere venuto a conoscenza della natura della ragazza, decide comunque di sposarla. Il Re delle creature del lago mette in guardia Ondine sulla difficoltà di questo legame, facendole promettere che se suo marito la tradirà questo morirà e lei si dimenticherà di lui; la protagonista, sicura del loro legame, accetta.
Voglio parlarvi in particolare del dramma di Giraudoux in quanto è probabilmente l'opera da cui Lacombe si è maggiormente ispirato per scrivere la storia e le vicende per il suo libro illustrato. Infatti anche in quest'ultimo il cavaliere Hans (sì, il nome è lo stesso) incontra Ondine a casa di una coppia di pescatori (che avevano adottato la giovane) dopo aver chiesto loro ospitalità. Lacombe aggiunge però un retroscena, cioè spiega il motivo per il quale il cavaliere era giunto nei pressi della loro capanna. Il resto della storia procede molto similmente al dramma di Giraudoux: Hans si innamora di Ondine e decide di sposarla pur essendo a conoscenza della sua vera natura; i due sposi vengono avvertiti sulle conseguenze di un tradimento da parte di Hans; Ursula, l'ex fidanzata del cavaliere (che nella tragedia di Giraudoux si chiamava però Bertha) cerca di riconquistare Hans. A questo punto i racconti si modificano leggermente, infatti nella tragedia del 1939 il Re del lago, dopo aver sentito Bertha prendersi gioco della diversità di Ondine, svela che Bertha è in realtà figlia dei due pescatori che avevano cresciuto l'ondina, la ragazza rinnega i suoi veri genitori, ma viene bandita da corte così, quando Ondine la invita ad andare a vivere con lei ed Hans, Bertha accetta.

    
Sopra: In queste immagini Hans ritrova Ondine dopo che questa era fuggita da casa durante una violenta tempesta e la stringe tra le braccia. Nell'illustrazione di Lacombe a sinistra si può notare come il paesaggio abbia delle tinte molto cupe, in contrasto col colore rosso acceso dei capelli della giovane e con gli elementi chiari come i biondi capelli di Hans e le creste bianche delle onde. L'immagine a destra, del 1909, è invece opera del famoso artista inglese Arthur Rackham, il quale contrappone il colore scuro dei tronchi a quelli chiari e delicati utilizzati per le acque e per i protagonisti.

Nella versione di Lacombe è invece la stessa Ondine a rivelare a Ursula le sue origini, credendo ingenuamente di farla felice, ma Ursula non prende bene la notizia e inizia a sparlare della creatura, tuttavia, una volta appurato che quest'ultima dice la verità, Ursula viene riconsegnata ai suoi veri genitori. La ragazza, quando incontra nuovamente Ondine, fa finta di chiederle perdono e accetta di venire a vivere con lei ed Hans solo per cercare di sedurre quest'ultimo e per allontanarlo dalla sposa. Alla fine il suo piano funziona e, dopo la scomparsa della rivale (ritornata tra le sue simili dopo che il marito l'aveva cacciata), Ursula riesce a sostituirsi piano piano all'ondina fino ad arrivare a convolare a nozze con Hans. Prima che giunga la notte però, l'antagonista fa rimuovere una pietra, posta su un pozzo in precedenza da Ondine, che impediva alle acque controllate dalle ondine di riversarsi sul palazzo. Così il castello viene inghiottito dai flutti e Hans morirà dopo aver ricevuto l'ultimo bacio dalla sua ex sposa.

Sopra: Dopo la scomparsa di Ondine, causata dal fatto che il marito l'aveva rinnegata perché spaventato dalla sua natura, Ursula cerca di sedurre Hans e di fargli dimenticare la consorte, sostituendosi lentamente a quest'ultima. Questa illustrazione, con Ursula appoggiata alle spalle del cavaliere, il quale ha l'aria depressa a causa della scomparsa della moglie, rende molto bene l'idea del tentativo della donna di circuire l'uomo e di legarlo a sé.

Nella tragedia di Giraudoux, invece, il terzo e ultimo atto si apre direttamente col matrimonio di Hans e Bertha, mentre Ondine è sparita da mesi. Quando questa viene trovata e arrestata il Re del lago fa confessare alla creatura sovrannaturale il vero motivo della sua scomparsa: ella aveva fatto finta di aver tradito per prima Hans, visto il riavvicinamento di quest'ultimo con Bertha, in modo che il marito avesse salva la vita. Il cavaliere quindi morirà e Ondine verrà richiama nel suo regno, dimenticandosi dello sposo.
Interessante notare che i finali di entrambe le versioni sono praticamente uguali, infatti, nella tragedia di Giraudoux Ondine, ritornata nel suo regno, quando vede il corpo del suo amato, del quel però non ha più memoria, esclama: "<<Che peccato! Avrei potuto amarlo! >>". Nella versione di Lacombe, quando la corrente porta a riva il corpo del cavaliere, la ninfa, guardandolo, sospira: "<<Oh! Com'è bello! Che peccato, quanto l'avrei amato! >>"
Una somiglianza che ho notato invece con la versione di Friedrich de la Motte (il quale si era probabilmente ispirato alla descrizione delle ondine di Paracelso), riguarda il fatto che anche la protagonista del racconto di Lacombe si sposa con un umano per poter ottenere un'anima immortale. Dopo le nozze Ondine racconta infatti ad Hans: "<<… Sono nata senza coscienza e senza rimorsi. Da sempre, dacché io ricordi, desidero avere un'anima. Ora, un'antica leggenda dice che se una creatura delle acque riesce a far innamorare un uomo, in cambio riceve un'anima umana. E' il mio popolo, capisci, ad averti messo sulla mia strada. >>"

Per quanto riguarda la parte grafica bisogna dire che questo libro presenta un'interessante particolarità che era già stata utilizzata da Lacombe anche nella sua opere precedente "L'erbario delle fate": l'utilizzo di fogli trasparenti o semi-trasparenti. Questi vengono infatti sfruttati per ottenere particolari effetti di profondità  e per dare al lettore maggiormente l'idea dell'acqua. Infatti, ad esempio, quando Ondine riemerge dalle acque del pozzo per portare a termine la sua vendetta uccidendo Hans e facendo sommergere il suo castello, prima della pagina con la sua figura è stato applicato un foglio opaco con sopra disegnate delle onde che sembrano avvolgere la sagoma sottostante della ragazza, la quale si confonde alla vista del lettore, che dovrà voltare pagina per riuscire a vederla chiaramente.

Sopra: Tramite l'applicazione di un foglio semi-trasparente con sopra disegnate delle onde, si dà al lettore l'impressione che la figura sottostante sia alquanto distante dall'osservatore e avvolta dalle acque. In questo caso anche la sagoma della fanciulla è stata disegnata un un foglio opaco, dando al lettore una maggiore idea della profondità dell'immagine.

Le illustrazioni di Lacombe, dallo stile post-surrealista e con tonalità prerafaelite, sono sempre molto belle: coinvolgenti, curate, eleganti, capaci di trasportare il lettore in luoghi onirici, evanescenti e incantati. Bella anche la scelta delle tinte (come sempre) che l'artista ha voluto utilizzare, infatti in molte immagini è stato sfruttato il contrasto tra l'ambiente circostante, caratterizzato solitamente dai colori scuri, e i lunghi capelli rosso fuoco della protagonista. In altre illustrazioni, invece, a risaltare in mezzo agli sfondi scuri sono alcuni elementi chiari, solitamente dei punti luce.

Sopra: In questa immagine si può notare il contrasto tra l'ambiente circostante molto scuro, e i lunghi capelli rossi della fanciulla, anche il suo volto e le mani assumono delle sfumature rossastre.

Sopra: In questa illustrazione, dalle tinte molto scure e cupe, risaltano alcuni elementi chiari come le creste spumeggianti delle onde, il corpo del cavaliere e i relativi punti luce dell'acqua e dei corpi di Hans e di Ondine.

La leggenda di Ondine presenta tratti in comune con la famosa fiaba della Sirenetta di Andersen, la quale si innamora anch'ella  di un umano col desiderio di ottenere un'anima per accedere al Paradiso. Tuttavia, a differenza di quest'ultima, Ondine riesce a sposare il proprio amato ed infine dovrà pure ucciderlo in quanto quest'ultimo ha tradito il loro amore. Quella di Ondine, sebbene all'inizio abbia molti tratti in comune con le fiabe (il cavaliere nobile, bello e puro di cuore che sposa una ragazza allevata da due vecchietti...) è una storia più adulta e  meno romantica, che mostra, in un certo senso, anche cosa accade dopo il famoso "vissero tutti felici e contenti", perché l'amore ha molte sfaccettature ed è un sentimento tanto forte quanto facile da incrinare. L'appartenenza a due popoli diversi, l'invidia, la vanità, la gelosia, la paura, il dubbio, sono tutti elementi che possono guastare irrimediabilmente questo complicato sentimento e questo albo ce lo dimostra, dando al lettore un finale anche amaro, sicuramente ben lontano da un lieto fine.

Questo libro illustrato è stato edito in francese col titolo di "Ondine" nel 2012 dalla Albin Michel Jeunesse ed è stato pubblicato in italiano nel 2013 dalla Rizzoli. La copertina è rigida e le pagine, non contando quelle trasparenti, sono 36, mentre in totale sarebbero circa 42. L'opera misura 31,5 cm d'altezza e 26 cm di lunghezza, il suo costo è di 18 euro

Tutti i diritti appartengono ai legittimi proprietari, non vi è alcun intento di infrangere il copyright.

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